lavori di pubblica utilità

I lavori di pubblica utilità – indice:

I lavori di pubblica utilità sostituiscono le pene pecuniarie e detentive applicate a diverse categorie di soggetti.  Ciò che interessa in questa sede è l’ammissione allo svolgimento di tali lavori per i soggetti condannati per guida in stato di ebbrezza o per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Sono stati inseriti come pena alternativa alla detenzione e alla pena pecuniaria nei casi di violazione del codice della strada dalla legge 120 del 2010 che vi ha inserito, all’articolo 186, il comma 9-bis e all’articolo 187, il comma 8-bis.

Cosa sono i lavori di pubblica utilità

Nel definire i lavori di pubblica utilità il comma 9-bis dell’articolo 186 del codice della strada rinvia all’articolo 54 del decreto legislativo 274 del 2000. Tale decreto li individua nello svolgimento di una prestazione non retribuita a favore della collettività. Questa dev’essere svolta presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti ed organizzazioni di assistenza sociale e volontariato. La norma fissa dei limiti di durata nel tempo dei lavori nonché un limite di orario settimanale. Non possono infatti essere previsti lavori di pubblica utilità di durata inferiore ai dieci giorni o superiori a sei mesi e che prevedano un’orario settimanale di lavoro superiore alle sei ore. È fatto salvo il caso in il condannato faccia richiesta espressa di lavorare per un tempo superiore alle sei ore. Il giudice lo può comunque ammettere ad un massimo di otto ore di lavoro settimanali.

I lavori di pubblica utilità nella guida in stato di ebbrezza ex articolo 186 del codice della strada

Ai sensi del comma 9-bis dell’articolo 186 del codice della strada la prestazione di lavoro ha una durata corrispondente alla sanzione detentiva o pecuniaria irrogata. Un giorno di lavoro di pubblica utilità consiste nella prestazione, anche non continuativa, di due ore di lavoro. Se la pena è pecuniaria il ragguaglio avviene sulla base di 250 euro per ogni giornata di lavoro. La quantità di ore di lavoro da svolgere è comunque indicato dal giudice nella sentenza.

Nell’articolo 187 del codice della strada

Anche nel caso di condanna al reato per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti il codice prevede la possibilità di sostituire la pena detentiva o pecuniaria con i lavori di pubblica utilità.

La disciplina è sostanzialmente identica a quella prevista per la guida in stato di ebbrezza esposta sopra cui si rimanda.

Come vengono determinati

Le modalità di determinazione dei lavori di pubblica utilità sono contenute nel decreto ministeriale del 26 marzo 2001. Evidenziando ciò che in questa sede interessa al lettore riportiamo le informazioni più rilevanti di tale decreto.

Ogni cancelleria dei tribunali conserva un elenco di enti convenzionati dove sono indicate le sedi del territorio circostante dove il condannato può svolgere la prestazione. Quest’ultima infatti viene svolta nell’ambito della provincia dove risiede il condannato e viene definita sulla base di apposite convenzioni stipulate fra il ministero della giustizia e il presidente del tribunale a favore degli enti e delle organizzazioni preposte alla convenzione.

La convenzione stabilisce fra l’altro le seguenti materie:

  • le attività che possono costituire oggetto dei lavori e sceglie i soggetti appartenenti ai predetti enti che coordinano l’attività svolta dal condannato.
  • i soggetti appartenenti agli enti predetti preposti alla direzione e al coordinamento dell’attività del condannato;
  • attribuisce e individua le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nonché polizze collettive per la responsabilità civile verso terzi, i cui oneri sono a carico dell’ente interessato.

Il condannato può chiedere la conversione della pena in lavori di pubblica utilità anche quando non sono presenti enti convenzionati. In tal senso si è espressa la Cassazione penale con sentenza numero 4927 del 2012 riguardo ad un caso in cui ad un soggetto era stata negata la conversione della pena di quindici giorni di arresto in lavori di pubblica utilità perché il tribunale non aveva convenzioni con enti presso i quali far scontare la pena e il condannato non era colpevole di incidente per guida in stato di ebbrezza.

Come funzionano: la conversione della pena in lavori di pubblica utilità

L’imputato per essere ammesso ai lavori di pubblica utilità deve farne richiesta al giudice tramite memoria difensiva, specificando lo stato di alterazione psicofisica connessa alla condanna. In luogo di questo la richiesta può essere fatta dal difensore munito di procura speciale, il quale, una volta accolta la domanda, deve assumere i contatti con l’ente convenzionato, indicato dal giudice, per verificare la fattibilità della prestazione.

La prestazione, nel caso di guida in stato di ebbrezza avrà ad oggetto una delle seguenti attività:

  • assistenza sociale o volontariato nei confronti di tossicodipendenti, persone affette da infezione da HIV, portatori di handicap, malati, anziani, minori, ex-detenuti o extracomunitari;
  • sicurezza  ed educazione stradale;
  • lotta  alle  dipendenze presso centri specializzati.

Lavori di pubblica utilità ed estinzione del reato

Al termine dell’esecuzione della pena i soggetti preposti al coordinamento dell’attività del condannato scrivono il resoconto dell’attività svolta da questo svolta. L’esito positivo dello svolgimento determina la fissazione di una nuova udienza da parte del giudice con la quale estingue il reato o riduce alla metà la sospensione della patente e revoca la confisca del veicolo sequestrato.

Il comma 9-bis dell’articolo 186 del codice della strada precisa che la richiesta di conversione della pena detentiva o pecuniaria in lavori di pubblica utilità non viene accolta quando il soggetto colto in stato di ebbrezza alla guida ha causato un incidente.

I lavori di pubblica utilità non possono sostituirsi alla pena per più di una volta.

Quando vengono revocati

Per arrivare a definire ciò che è argomento di questo approfondimento bisogna introdurre chi sovrintende ai lavori di pubblica utilità.

La gestione e il controllo sui lavori di pubblica utilità è affidata agli uffici dell’esecuzione penale esterna (U.E.P.E). Tali uffici, su incarico a loro demandato dal giudice, svolgono attività di vigilanza sulla corretta esecuzione della prestazione, comunicandone periodicamente i risvolti al giudice.

Se l’ufficio accerta delle irregolarità o delle violazioni nello svolgimento dei lavori lo deve comunicare al giudice, il quale può disporre la revoca della sanzione e ripristinare la pena originariamente stabilita. Si riserva tuttavia una preliminare valutazione circa la natura delle ragioni e lo stato delle cose che hanno determinato la violazione.

La revoca può essere contestata mediante ricorso in Cassazione, senza poter tuttavia usufruire del beneficio della sospensione.

Lavori di pubblica utilità e patteggiamento

Con la recente sentenza n. 37698 del 18 ottobre 2021 la Corte di Cassazione penale ha rimesso alle Sezioni Unite una questione di valido interesse per chi ha è stato condannato con patteggiamento relativamente ai lavori di pubblica utilità.

La questione attiene al fatto se la concessione della sospensione condizionale della pena a seguito di ratifica del giudice dell’accordo di patteggiamento della pena intervenuto tra le parti possa essere subordinato allo svolgimento di lavori di pubblica utilità, qualora l’istituto della sospensione venga fruito per la seconda volta, come previsto dall’articolo 165 del codice penale, senza che nell’accordo di patteggiamento i suddetti siano stati menzionati e che l’imputato abbia, come previsto dalla legge, espresso alcuna volontà di eseguire le prestazioni di lavoro non retribuite.

La giurisprudenza di legittimità è divisa sul punto. Nella sentenza in particolare viene sollevato il fatto che nella procedura di patteggiamento il giudice può “imporre ex officio una condizione estranea all’accordo fra le parti”. Ma non c’è ancora comunione di vedute.

Differenza tra messa alla prova e lavori di pubblica utilità

I lavori di pubblica utilità orbitano nella sfera di applicazione della messa alla prova ma sono cosa diversa da quest’ultima.

La messa alla prova infatti è un istituto che consente all’imputato di chiedere al giudice la sospensione del procedimento penale nella fase decisoria di primo grado e l’esecuzione, durante il periodo di sospensione, di misure volte a eliminare e riparare le conseguenze dannose del reato. All’esito di tutti i passaggi che compongono la messa alla prova, se viene valutato positivamente l’esito, il reato si estingue. La concessione della messa alla prova è inoltre subordinata all’esecuzione di lavori di pubblica utilità.

I lavori di pubblica utilità sono delle sanzioni sostitutive applicate già con la sentenza di condanna, prima che inizi il processo di esecuzione, e che evitano al condannato la detenzione quando la pena detentiva calcolata dal giudice non supera una certa entità.

Esempio di istanza al comune di ammissione ai lavori di pubblica utilità

Al Comune di…………………

 Richiesta di ammissione ai lavori di pubblica utilità ex art. 186 comma 9-bis del codice della strada

Il/La sottoscritto/a sig/ra. ………………………..(C.F…………….), nato/a a………………. il………………., residente in……………………….via……………………………..n…………

congiuntamente al proprio difensore e procuratore speciale Avv……………………….(C.F…………) del Foro di………………., con studio in…………………………….. via………………………., n……………………., presso il cui studio è domiciliato, in relazione al procedimento penale con n R.G…………………… della Procura della Repubblica presso il Tribunale di……………………….

CHIEDE

al Comune di essere ammesso allo svolgimento gratuito di lavori di pubblica utilità ai sensi degli articoli 186, comma 9-bis del codice della strada, e articolo 54, comma 3, decreto legislativo 274 del 2000, secondo gli orari e i giorni valutati adeguati dal Comune e per la durata che sarà ritenuta idonea dall’Autorità giudiziaria.

Con osservanza.

Luogo, lì…………………..

Firma dell’inquisito…………………..

Firma dell’avvocato…………………..

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